domenica 8 marzo 2009

decadenza dell'immaginario dell'Italia del Primo Ministro

Se quello che vediamo di viso, se vogliamo vederlo, nelle nostre giornate, non ci bastasse a ritenere davvero dura la crisi economica, la conferma la troveremmo nelle parole del Primo Ministro, che rimandano ad un immaginario collettivo in corso di liquidazione, di saldo da spiccioli di fine stagione: altro che ottimismo.

Dunque.
Siamo partiti da Milano 2, la voglia di costruire pezzi nuovi di città.
Abbiamo guadagnato bene e abbiamo cominciato a comprarci le ville. Una, due, tre, e via così: segno tangibile di prosperità.

E adesso?

Il piano casa consentirà "a chi ha una casa e che, nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipoti, di aggiungere una stanza, due stanze o due bagni con servizi annessi alla villa esistente".

Capito? Niente ville nuove in Sardegna, al massimo la ristrutturazione alla buona per una stanza e un bagnetto.
E questa è l'Italia del Primo Ministro: un'Italia nella quale, per dare una casa ai figli ed ai nipoti, ci si arrangia e si allarga la propria.
Chi ha la villa, naturalmente.

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