sabato 15 maggio 2010

gli occhi parlano

L. è un commercialista che si è fatto una certa posizione. Compiuti i 45, ha abbandonato i completi grigi ed il capello corto,ha cominciato ad accostare camicie aperte a jeans, maglioncini e giacche colorate. Salta la pausa pranzo e va in piscina.
Ieri l'ho incrociato sotto casa sua, gli son passato accanto in auto, ne ho intercettato lo scorcio di un profilo, ed in quel profilo stava la stanchezza di qualcosa in più dei suoi anni, che sono anche i miei. Stava la fatica di averne di meno.

S. ha pure la mia età; accompagna le sue bambine a scuola, la mattina, saluta tutti nel percorso tra parcheggio e istituto, si ferma a parlare con conoscenti e amici e amiche, continua a farlo poi al bar, poi torna al parcheggio, trova ancora qualcuno con cui parlare o risponde al telefono. Ma al momento di aprire la portiera dell'auto -ieri l'ho vista, mentre salivo sulla mia- gli occhi le si spalancano in un vuoto che nessuno conversazione, nessun caffè, nessun messaggio o telefonata potrà colmare.

R. è diventato direttore della filiale della sua banca, tutto il giorno sta concentrato in ufficio, la cravatta blu perfettamente simmetrica rispetto alle punte del collo della camicia. Qualche mattina fa, una di quelle in cui la primavera sembrava qualcosa, gli sono passato accanto nel momento in cui scendeva dal suo scooter, e, mentre si toglieva il casco, gli occhi gli brillavano della gioia del percorso fatto in motorino, come quando eravamo al Liceo. Gli appuntamenti in banca, in quell'istante, potevano aspettare.

V. l'ho salutato mentre attraversava il semaforo. Ha accompagnato anche lui i figli a scuola, veloce ed efficiente, poi si è voltato ed ha preso l'andatura sghemba e lenta di chi deve ancora rimettere in sesti i frantumi di una separazione. Nei suoi occhi, mentre ci salutavamo, stavano tanti pensieri incompiuti.

Poi, in auto, mi son guardato anch'io allo specchio, per vedere se i miei occhi mi dicevano qualcosa. Ma non c'è che fare, mi son detto: loro parlano quando non ci stai pensando; forse qualcuno, in un momento d'interesse effimero o di lungo corso, li coglierà. Tu no.

2 commenti:

martula ha detto...

Questi post sulla quotidianità raccolta sono eleganti e stilisticamente convincenti. Pare comunque che lei abbia una certa familiarità con questo tipo specifico di sguardi.

Piervincenzo ha detto...

Ho la stessa età, la stessa vita, le stesse presunte forze e reali debolezze dei loro portatori...