venerdì 28 marzo 2008

periferie della vita e libri in una bella serata a Fiume Veneto

Bella serata ieri sera a Fiume Veneto. I valorosi amici di Officina Flumen mi hanno invitato a presentare il libro di Massimiliano Santarossa Storie dal fondo. Bel pubblico, con Massimiliano (grande animale comunicativo) mattatore nel raccontare la ricca e disperata umanità dispersa nelle periferie della vita che costituiscono la materia viva del suo libro.
Una periferia anche geografica, naturalmente, per nulla mitizzata come luogo di controcultura, anzi, ma vista da Massimiliano, e così raccontata, come ambiente nel quale è più facile cogliere la tonalità di fondo che muove la vita nella terra dei schei: la disperazione, meglio mascherata (ma non meno pungente) altrove.
Io ho conosciuto Massimiliano diversi anni fa, in ambienti politici, in una serata di presentazione di candidature che si era conclusa con ricordi di letture mitteleuropee.
Ora Massimiliano ha abbandonato la militanza politica: si è sposato, ha messo al mondo un bambino, lavora in casa editrice, e scrive.
Insomma, fa più politica di prima.

giovedì 27 marzo 2008

un patto per la scuola

La campagna elettorale prosegue cercando un suo centro, e vivendo in questi giorni una fase fiacca (come già ieri segnalavo). A fianco dell'imbarazzante questione-Alitalia è emerso nelle ultime ore un nuovo spunto polemico, quello sul "faccia-a-faccia" Berlusconi-Veltroni, che ha in sé degli elementi paradossali, di totale autoreferenzialità (insomma, sintomatici del livello del dibattito politico e dell'immagine di sé della politica oggi): la polemica non sul contenuto, ma sul fatto di incontrarsi, sul come e sui se relativi. Insomma, pochezza e molto "già visto".
E' così che l'agenda politica sta cominciando a passare nelle mani di gruppi, più o meno variamente compostisi, che pongono sul tappeto delle questioni un po' più reali di quelle appena riferite: oggi è il momento della scuola e del "patto trasversale" proposto da cinquanta personalità di diverso orientamento, cui oggi offre molto spazio qui il quotidiano Avvenire. Il termine "patto" richiama alcune buone pratiche già in corso, a livello territoriale (in qualche caso in relazione ai temi di "Agenda 21"), e la proposta nella sua sostanza (con tutte le possibilità di discuterne questo o quel passaggio) ha il grande merito di mettere sul tappeto nei termini adeguati un argomento squisitamente civile e politico.

mercoledì 26 marzo 2008

ciclismo ed aeroporti

Meno male che ci sono le elezioni regionali, con i candidati che si sbattono alla grande per le preferenze personali, perché la campagna elettorale nazionale è davvero in fase di fiacca.

Come era prevedibile, il Giro d'Italia elettorale di Veltroni ha perso la sua carica comunicativa dopo i primi dieci giorni, ed ora per la strategia comunicativa di Uolter è giunto il momento di un cambio di marcia, pena il rischio che di questa campagna ci rimangano nella testa, nei prossimi giorni, le immagini di sfondo delle città visitate, come succede nelle tappe di pianura del Giro ciclistico.

In compenso, "il suo avversario" ha trovato l'accoppiata Alitalia-Malpensa, mirabile, si fa per dire, sintesi di orgoglio patriottico e d'interesse padano; la stessa moratoria sui tempi dei negoziati con Air France sembra offrire la possibilità di lucrare su quest'argomento fino a metà aprile (sulla bella immagine internazionale che la politica italiana sta dando si sé a riguardo, leggete qui Luca De Biase).

venerdì 21 marzo 2008

il paradosso cristiano

Venerdì della Passione. Quoto questo meraviglioso Giulio Mozzi:

Così
"Così", dice l'amico,
"così
è finita la storia?". "Così", gli dico,
finisce qualunque storia:
nel nulla, e in gloria".

Aquileia, i bambini, i pesci ed i mosaici

Ai bambini, come è naturale, hanno fatto venire in mente Alla ricerca di Nemo, i pesciolini della Basilica di Aquileia che li hanno accolti in una giornata di sole (un sole che ha illuminato magnificamente l'interno del battistero) e di radi e beneducati visitatori.
A me, la ridda di simboli, compresa la stella a sei punte nella Cripta degli Scavi, ha rimesso in moto la fantasia di un Cristianesimo che doveva essere colto, però anche popolare e, come dire, socialmente lungimirante (il Cristianesimo che dava dignità sacramentale alla lavanda dei piedi)...
Così, stasera, tornato a casa, ho cercato queste righe di uno dei più attenti conoscitori della complessa simbologia dei mosaici, Renato Iacumin:
"la lettura dell'insieme, dunque, ci dice che quello della Salvezza è un messaggio universale, rivolto a tutti gli uomini indipendentemente dalla razza, cultura e addirittura fede".
Già.

lunedì 17 marzo 2008

unmiliardodieuro

E' proprio come lo leggete il titolo su repubblica.it:
Tra primavera ed estate occorrono 900 milioni di euro. I fondi sono cira 300. La protesta della Cgil. Dopo le prime proteste dei prof per oltre la metà degli istituti la situazione è inadeguata"
L'articolo prosegue spiegando come venga calcolata questa cifra: 8 milioni di debiti, 12 milioni di ore di corsi di recupero a 50 euro lordi l'ora, più le necessità non ancora monetizzate ma prevedibili per l'estate.

domenica 16 marzo 2008

diciamo due cose sul Tibet?

Già a dicembre (guardate qui) avevo (come tanti) sottolineato gli opportunistici e trasversali dinieghi (a riceverlo) che avevano accompagnato la visita del Dalai Lama in Italia. Varrebbe la pena, adesso, che la politica battesse un colpo; o in nome della globalizzazione va tutto bene?
Guardate anche cosa dice Enrico Maria Milic. Almeno pensarci...

giovedì 13 marzo 2008

risveglio di primavera

In attesa della nuova stagione politica che tutti promettono, tra le passate stagioni, c'è la presente e viva, e il suon di lei.
Alzandomi, stamane, ho sperato di trovare da qualche parte della giornata la conferma del sentore di primavera che il sole più vivace, l'aria meno fredda suggerivano.
L'ho trovata, ed era una conferma politica, anche. La conferma che il luogo in cui nasce la politica è la relazione di prossimità: dove il mio interesse alle magnifiche sorti del mondo non sempre magari progressive scaturisce da uno sguardo, una richiesta, una stretta di mano.
All'incrocio vicino all'asilo di Bendetta c'era, anche stamane, la ragazzina di colore che quasi ogni mattina, quest'inverno, faceva attraversare i piccoli delle elementari.
L'arancione della sua giacca s'intonava con la mattinata.
S'intonava con i colori delle sciarpe sgargianti, caute avvisaglie di nuova vivacità, delle mamme che si fermavano a parlare con lei.

lunedì 10 marzo 2008

Veltroni a Pordenone

Colpo d'occhio delle grandi occcasioni, al palazzetto dello sport di Pordenone: più di tremilacinquecento persone (e un bel caos per trovare parcheggio nei dintorni) per la visita pordenonese di Veltroni.
Alle 20 e 30, puntuale, il candidato premier entra accompagnato da Bruno Zvech, segretario regionale del Pd, Francesca Papais, coordinatrice provinciale del Pd, e da Sergio Bolzonello, sindaco di Pordenone, che di Veltroni ha coordinato in Regione la campagna per elezione a segretario del Pd.
Si comincia con la Papais in clima da Festivabar, che scalda il pubblico invitandolo all'applauso e scandisce i nomi dei candidati alle Regionali come allo stadio (Gianfrancoooo Mo-ret-ton; Francescaaa Car-din, e così via).
Un Bolzonello tirato a palla introduce quindi Veltroni, ricordando i numeri di Pordenone, città produttiva e solidale, ma ponendo anche un bel quesito (che Veltroni non svilupperà): come mai il centrosinistra, che qui da noi esprime tanti bravi amministratori locali, poi non intercetta eguale consenso alle Politiche?
E tocca quindi a Veltroni: che dedica molto spazio alla scelta di "andare da soli" come modo per poter esprimere un programma riformista (tesi implicita: il consociativismo politico proprio delle politiche di ampia coalizione impedisce il riformismo; oserei dire che la derivata di questo ragionamento è l'insussistenza della prospettiva delle "larghe intese" se non in chiave di un rapido ritorno al voto...). Veltroni tocca quindi alcuni punti che gli stanno a cuore: la difesa dell'operato di risanamento del governo Prodi (applauso del pubblico); l'impegno ad investire in detassazione quanto sarà recuperato dalla lotta all'evasione fiscale ("pagare meno, pagare tutti" è la sintesi); l'impegno a semplificare e razionalizzazre la burocrazia per consentire l'apertura di nuove imprese; l'attenzione a tre debolezze sociali: la precarietà del lavoro giovanile (si ribadisce la proposta del salario minimo); i cinquantenni senza lavoro (proposte di attività di formazione e reinserimento); la sicurezza e la qualità della vita degli anziani.
Un cenno all'importanza del corridoio 5 (annuisce convinto l'assessore regionale Lodovico Sonego), un cenno a candidati giovani e donne (ma anche a Veronesi) nelle liste per le Politiche, un riferimento all'orrore della pedofilia e alla necessità della certezza della pena, l'impegno alla riduzione del numero dei parlamentari (metà di quelli di oggi) e si fanno le 21 e trentacinque, e Veltroni (abbastanza stanco) conclude, con l'inno di Mameli che parte con una battuta saltata, ma pazienza.
Discorso dai temi generali, insomma, che di Triveneto e sue peculiarità, fatto salvo il cenno al corridoio 5, ha detto poco, così come di laicità, tanto per fare un esempio.
L'impressione è che sia una scelta consapevole: Veltroni in questo momento punta sulla sottolineatura di novità di metodo politico che il Pd rappresenta, e ancor più vuole rappresentare ("vogliamo riformare il Paese, non vincere per lasciare tutto fermo"), in forte contrapposizione con l'idea di staticità e ripetitività e ricerca a tutti i costi della vittoria (l'operazione-Ciarrapico è stata citata...) che ravvisa nella compagine avversa.

(Certo che, mentre scrivo, fa un po' effetto vedere su Sky Tg 24 Veltroni a Udine dire -di pomeriggio, prima della visita in riva al Noncello- le stesse cose di Pordenone; ma la dimensione narrativa della tournèe elettorale è, appunto, quella seriale).

venerdì 7 marzo 2008

una classe di docenti 2.0

Ho cominciato da due setimane un corso, in veste di docente.
Niente di strano, è il mio mestiere.
Solo che non insegno italiano e latino.
E non insegno neanche a dei ragazzi.
Quello che faccio è aiutare un gruppo di colleghi della mia scuola ad entrare nel mondo che, per coodità, chiamiamo web 2.0.
Per partire, non mi sono mosso da contenuti.
Prima mossa, invece. Ho aperto invece un blog su Wordpress (questo) ed ho "logato" tutti come editori. Ora tutti propongono temi e riflessioni e letture, o anche spunti divergenti ma interessanti. Perché, lavorando insieme così, esploriamo una socialità diversa tra docenti. E ce n'è tanto bisogno.
Seconda mossa, abbiamo cominciato a scrivere documenti collaborativi tramite Google docs.
La prossima settimana passeremo a Twitter, Facebook, Flickr e Youtube. Poi alle piattaforme di elearning.
Ma sempre come community.
Vi saprò dire.

giovedì 6 marzo 2008

Una partita insulsa ed un pomeriggio carico di risonanze con mio figlio e qualche paralizzante perplessità in meno del solito

Vicenza-Grosseto non è stata una bella partita di calcio. Decisamente. Non è stata nemmeno, per un bel po', qualcosa di simile a una partita di calcio -diciamo per tutto il primo tempo e per la seconda metà della ripresa. Paura di vincere, paura di perdere, un po' di depressione tecnica assortita su entrambi i fronti.
Ciò nonostante, per Andrea è stata una partita bellissima. E' stata la sua prima partita allo stadio.

La mia generazione è stata abituata alle cose ben rifinite, ma avendo memoria di come erano prima.
Abbiamo avuto la TV a colori, ma siamo cresciuti col bianco e nero.
Abbiamo l'Ipod, ma abbiamo portato molta pazienza col mangiadischi.
Compriamo auto Euro5, ma ricordiamo il monopolio della 127.
Abbiamo la banda larga, ma ricordiamo l'Amiga.
Abbiamo il blackberry, ma le prime telefonate toste le abbiamo fatte dalla cabina, con i gettoni a scanalature.
E come tutti quelli così, vogliamo il meglio.

Volevo una partita migliore per Andrea. Volevo riuscire ad amare meglio i miei cari. Volevo saper capire di più mia moglie. Volevo essere più chiaro con i miei allievi.
Volevo,vorrei. Il meglio.

La cosa migliore della partita è il cuscino pieghevole biancorosso con Gatton Gattoni. Adesso sta in salotto, ed anche Benedetta lo vuole. Lo vuole, beninteso, così come vuole venire anche lei allo stadio.
A quattro anni.
Penso che la accontenterò.


Durante la partita Andrea mi ha fatto un mucchio di domande. Come funziona la regola del fallo di mano. Perchè il portiere non può toccare con le mani fuori dell'area. Perché si fa riscaldamento nell'intervallo. Cos'è il fuorigioco. Da quanto tempo c'è Gatton Gattoni. Se mi ricordo la prima partita che ho visto. Se so i personaggi di Gormiti Final Evolution. Se mi ricordo di prendere mercoledì Topolino con i pezzi della 313 di Paperinik da montare.
Man mano che la partita esplicava la sua tenera pochezza, ho preso gusto alla conversazione.

La prossima volta, il cuscino di Gatton Gattoni lo prendo anch'io.

Mi piacerebbe prenderlo anche per mia moglie, ma questo vorrebbe dire troppe cose. Troppe belle cose, aggiungo: come, tanto per occultare, trovare sempre la banda larga, sempre la parola giusta, sempre la lezione perfetta, sempre la capacità di risolvere in vita tutto l'amore che si prova.

Come la partita perfetta, quella che di sicuro Vicenza-Grosseto non è stata.

Ma le squadre in campo, ed anche i teneri disgraziati per i quali provo affetto visto che hanno la maglia biancorossa con la R sul petto, hanno giocato la loro partita. Ed io ho passato un bel pomeriggio con Andrea, che si è divertito, e la partita è stata quello che doveva essere, la regola del gioco e nulla più di un gioco che io e Andrea e sua sorella e sua madre non possiamo cambiare.

Ma possiamo provare a giocare, meglio che possiamo.

E sabato, con Andrea, mi è sembrato che talvolta questo può succedere davvero.

martedì 4 marzo 2008

Consiglio comunale del 4 marzo 2008

Un consiglio tutto dedicato ad interrogazioni e mozioni, prima della pausa pasquale e di una probabile ulteriore mora elettorale.
Nucleo centrale della serata una mozione presentata da Francesco Giannelli sul tempo pieno nella scuola elementare Gabelli, che è diventata un'occasione per una serie di pronunciamenti sul tema della presenza di bambini extracomunitari o comunque di origine non italiana nelle scuole pordenonesi.
In termini antropologici, interessante il movimento del "dietro le quinte": il consiglio comunale, in queste ultime settimane, è stato attraversato da intrecci di discorsi mezzi, abbozzati, strategici o tattici che hanno per oggetto le elezioni regionali (fondamentalmente) e gli scenari successivi...