giovedì 22 luglio 2010

accorgersi da soli

Mio padre ha la tessera Mediaset Premium, fondamentalmente per guardare le partite di calcio. Ma è estate, qualche film decente in attesa che al Tour si decidano a combinare qualcosa, il pomeriggio, andrebbe bene.
Ma, niente da fare, il televisore c'informa che il segnale è criptato.
Prendo in mano la tessera, scade il 30 giugno 2011.
Ok, chiamo il numero verde.
Solita trafila di pubblicità, di sequenze da digitare. Cade la linea.
Rifaccio, arrivo ad un'operatrice che mi scandisce il nome ed il codice che l'identifica.
Le spiego.
"Ah sì, la tessera non è più valida."
Faccio notare la data di scadenza.
L'operatrice non si scompone.
"Sono scadute tutte il 30 giugno, le stiamo cambiando".
"Le state cambiando? E perché non ci avete avvertito?"
"Ve ne siete accorti da soli, no? Prendo nota e in quattro giorni riceverà la nuova tessera."

Ho capito.
Bisogna accorgersi da soli.

venerdì 9 luglio 2010

un piccolo rischio che si potrebbe correre

Mi aggiungo anch'io ad una lunga serie di persone che pensano così.
Aboliamo l'esame di Stato o esame di maturità, dai. Aboliamo il valore legale del titolo di studio.
Le Università ammettano gli studenti sulla base dei loro criteri, di loro esami d'ingresso, di nessun esame se non vogliono promettere nulla d'impegnativo.
Le aziende che vogliono assumere, tanto, assumono comunque facendo pure loro selezioni etc etc.
I concorsi pubblici si faranno con l'accertamento delle competenze, si può fare, non è difficile.
E così, nella scuola superiore, resterà esclusivamente il lavoro sulla qualità di quello che si fa, di quello che si vive insieme, di quello che si fa.
Si sceglieranno le scuole così, s'imparerà a farlo così. Già si fa così alle elementari, alle medie, in fondo.
Il rischio, lo correrei.

giovedì 1 luglio 2010

(mio) compito per le vacanze d'estate

C'è in salotto una mia foto di quando avrò avuto nove mesi.
Mia madre mi sostiene, con la mano dietro la schiena, ed io cerco di stare in equilibrio su due improbabilissime gambine. Sono, come adesso, tutto cranietto senza nemmeno un ombra di capello in testa, corruccio un po' la fronte come mio vezzo ancora, e spalanco i miei occhi, incuriosito e dubitoso, in qualche direzione.
Ecco.
Quest'estate vorrei capire dov'è che guardassi, allora.