sabato 28 agosto 2010

Ida e Pierluigi

Nel torno di una manciata di giornate giornali e media locali (e non solo)hanno dato spazio ad Ida Vallerugo e Pierluigi Cappello. La prima ha finalmente pubblicato l'atteso Mistral, una raccolta poetica che viene a una dozzina d'anni dallo strepitoso Maa Onda, il secondo ha vinto il premio Viareggio-Repaci per la poesia sull'onda lunga dei favori (meritatamente) ricevuti da Mandate a dire all'imperatore (che ho recensito qui).
Ida, la conosco da quindici anni, da quando era sindaco di Meduno Antonio De Stefano, e con suo figlio Carlo pensammo ad un corso di scrittura creativa estivo. Grazie ad Ida, che si fidò dell'idea di organizzare incontri su poesia e cultura in quel di palazzo Colossis, in quegli anni vivaci della pedemontana, conobbi anche Pierluigi, nella casa di Tricesimo dove allora viveva con i suoi genitori, nell'autunno del 1998 (nella stessa giornata conobbi pure Alberto Garlini). Pierluigi venne poi ospite in una delle fredde (climaticamente) e (umanamente) caldissime serate medunesi, a presentare Il me donzel, e ad avviare la collana La barca di Babele.
Ci siamo ritrovati, con Ida e Pierluigi, nel percorso della richiesta di concessione dei benefici della "Bacchelli" a Federico Tavan: in una serata novembrina, loro due con Aldo Colonnello spiegarono, in consiglio comunale a Pordenone, le ragioni di quella richiesta. E con Pierluigi ci siamo trovati, ancora, a lavorare su alcune parti del volume che l'editore Forum di Udine pubblicò, proprio come omaggio a Tavan (il titolo era una frase di Ida).

In un agosto italiano nel quale hanno parlato, soprattutto, i politici, moltiplicando parole alla ricerca di parole giuste che faticano a venire, è bello vedere che venga riconosciuta l'importanza di chi, di parole, va in cerca, e le riduce, per dire quelle, poche, giute, che illuminano e scaldano la vita.

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