Alla vigilia di Pordenonelegge.it, dal Messaggero veneto, edizione di Pordenone, di oggi, va meditata con attenzione questa intervista di Stefano Polzot ad Augusto Antonucci, che in poche ed efficaci parole delinea senza infingimenti alcuni dei nodi critici del territorio pordenonese, suggerendo implicitamente anche un'agenda setting:
Presidente Antonucci, che ne è rimasto del sistema Pordenone?
«Non vedo nulla di nuovo all’orizzonte, anzi mi sembra di percepire dei passi indietro. Aria di campanilismo soffia sulla Fiera di Pordenone, dalla quale non vedo delle proposte che siano in grado di contribuire a superare la crisi economica, mentre si ragiona su un’intesa ancora indefinita con Udine».
Il sistema di alleanze non c’è più?
«Vedo molti segnali negativi. Non so se il sistema non funziona, certo non è idoneo alle esigenze. Penso anche al nuovo ospedale e mi sembra che i fatti diano ragione alle preoccupazioni reiterate più volte dall’amico Gianfranco Moretton».
Teme passi indietro anche per il Consorzio universitario che, seppur parzialmente, ha subito i tagli ai corsi?
«Persa la battaglia di una sede universitaria in città, il Consorzio rimane un baluardo, ma mi pare anch’esso in difficoltà. La vivacità culturale che esprime Pordenone dovrebbe concretizzarsi in un maggiore sostegno alla struttura. Invece se ne parla poco e non tutti sono convinti dell’utilità di corsi universitari a Pordenone».
E’ pessimista sulla capacità del Friuli occidentale di uscire dalla crisi economica?
«C’è ancora una scarsa consapevolezza che l’attuale congiuntura possa impoverire il tessuto industriale e manifatturiero del Friuli occidentale. Non credo che avremo più la rappresentazione delle imprese di un tempo. Non vorrei che la crisi ci ponesse in una condizione di sempre maggiore debolezza rispetto al passato».
Di chi è la responsabilità?
«Non penso a responsabilità individuali, semmai collettive. Anch’io non sono esente da critiche, nel senso che la mia parentesi di impegno in Regione mi ha distratto dai problemi pordenonesi e d’altro canto non ci si può concentrare su tutto. Noto che siamo ancora molto indietro sull’individuazione di una risposta di sistema ai cambiamenti che la crisi economica sta imponendo e questo potrebbe avere una ricaduta molto negativa sul tessuto della nostra provincia».
mercoledì 16 settembre 2009
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14 commenti:
Ovvero quando la Cultura (Università e iniziative culturali) si prostituisce al mercato e agli interessi politici localistici... che schifo!
Non mi è chiaro cosa vuoi dire, Luciano. Prova a farmi capire.
Caro Piervincenzo,
le battaglie localistiche (PN vs. UD o UD vs. TS) non sono solo dovute a meri fattori campanilistici e 'culturali' (?), riguardano soprattutto la spartizione di poltrone e di gettoni-presenza a vario titolo per i soliti noti esponenti politici (trombati e non nelle infinite tornate elettorali) che così si possono rifare, partecipando ai vari Consigli di Amministrazione, ai Consorzi, alle Comunità e a tutto il 'rapinabile' possibile... tanto sono i cittadini a finanziare Università (anche con tre studenti per corso!), Enti e Fondazioni 'a fondo totalmente perduto' o non Ti risulta tutto ciò?
Poi se si vuol fingere di non vedere e di non capire... ben venga un'ennesima cattedrale culturale, doppione di altre cattedrali.
Adesso ho capito. Non è mio il tuo punto di vista, né è mio quello che mi pare tu mi attribuisca.
Io non attribuisco nulla a nessuno, semplicemente constato questo degrado sociale dalla realtà dei fatti e dalle notizie su tali atteggiamenti cultural-lobbistici, ben noti a chi li vuole realmente conoscere.
As you like it.
Al di là delle battute (e certe volte le battute nascondono il nulla totale e/o il giusto imbarazzo); per mia fortuna (e soprattutto per mia scelta) sono ancora un 'battitore libero' e non devo difendere qualche 'parrocchia', né render conto ad alcun 'prevosto' politico locale: Tu puoi dire altrettanto?
I don't think so.
Caro Luciano, vedi tu. Io di me, per fortuna, so.
Bene per Te; io, invece, so soltanto di non sapere mai abbastanza...
Con amicizia e socraticamente.
Luciano
p.s. - un po' ambigua la Tua risposta per chi dovrebbe sapere anche un po' degli altri e di chi 'deve' frequentare come 'uomo pubblico' (politico)... non trovi?
Vedo proprio che hai voglia di attaccar briga, Luciano. Col mondo, credo: ma se serve, ti porgo volentieri la guancia. Con amicizia :)
Con il mondo, no! (ancora non soffro di megalomania... mentre certi politici...); però Tu, caro Piervincenzo, continui a non rispondere ai miei modesti quesiti (anche chiedere dà fastidio e viene etichettato come 'attaccar briga'? Non sarai diventato dalemiano?) di cittadino senza onori (e oneri) pubblici e, ora, Ti rifugi pure nella pax cristiana (per non far torto alla Binetti?).
Non sarebbe, invece, ora di affrontare almeno alcune tematiche reali che Ti ho proposto, lasciando perdere il 'politichese di risulta'?
Si rischia solo un ulteriore 'inquinamento culturale'; mentre, come ben sai, certi Consorzi locali anelano ad un 'limpida' Cultura accademica lungo le rive del Noncello... :-)
Torniamo al merito, che è questo. Una persona che a Pordenone e in Regione ha avuto ruoli importanti, in un'intervista, svolge alcune riflessioni non proprio convenzionali su alcuni punti chiave che riguardano il nostro territorio.
Mi pare una cosa interessante, e la segnalo nel mio post. Mi paiono interessanti i nodi indicati nell'intervista, e li indico.
Questo ho fatto. Non guardo da che parte sia venuta l'osservazione, constato che ci sono dei punti che sono oggettivamente interessanti, e tali da poter aprirci sopra una riflessione articolata.
E tanto è.
L'apriamo?
La discussione e non la busta! Altrimenti emuliamo certa bassa TV.
Ciao e buon lavoro.
Apriamo, apriamo, magari anche dei luoghi online dove farla con più voci! Magari!
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