L. percorre la mattina il viale prendendolo da metà, dall'incrocio con via Mameli, e fermandosi spesso nel bar che sta in fondo al viale, a bere un caffè. Poi si muove, la incroci a varie ore ed in vari punti più o meno attorno al viale, con il suo sguardo sghembo e l'andatura storta di ex bella ragazza rovinata da troppi viaggi di coca e di eroina tra fine anni Ottanta ed inizio decennio di poi.
S. lo vedi sul viale di solito al pomeriggio, lo percorre frenetico e ritmato, col suo passo sincopato e febbrile, in linea retta, senza guardarsi o a destra o a sinistra, ma neanche dritto. La sua testa se n'è andata da qualche parte, oltre il viale, in fondo al viale, chissà, da qualche anno.
F. percorre il viale in bicicletta, con un rapporto incredibilmente corto che lo costringe a mulinare frenetico le gambe per produrne un movimento di risulta. Si veste con tute di felpa o calzoncini corti senza rispetto per le stagioni; sempre, in ogni caso, indossa calzini di spugna infilati in zoccoli o, se è caldo, infradito. Diversi di qui ne apprezzavano la semplice sobrietà, anni fa. Ora è sempre solo.
Viale della libertà, Pordenone.
venerdì 9 aprile 2010
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