I Padri greci cui si deve la Filocalia, che sapevano il fatto loro, definiscono senza esitazione peccato la tristezza, in quanto disposizione ad intendere in maniera guasta qualunque situazione della vita.
E del resto, nell'uso quotidiano, "tristo figuro" a questo rimanda.
In questo senso del termine, propongo ai miei venticinque lettori scarsi un gioco per nulla originale che mi è venuto in mente, immagino per reazione, stamane, guardando come solito la rassegna stampa su Sky.
Il gioco è questo: qual è l'occupazione più triste del mondo? Triste, appunto, in quanto portatrice, nella prassi e nelle motivazioni, di una visione totalmente negativa di ogni recondito angolo dell'esistenza. Apprezzate (se ne avete voglia) il fatto che non creo un gruppo su Facebook con questa spero innocua mattana.
Dunque (dato che la cosa l'ho pensata avendo ben in mente di dare il mio suggerimento), ecco la mia personale idea di occupazione più triste del mondo:
titolista della prima pagina del quotidiano Libero.
Non credo serva aggiungere altro.
3 commenti:
certo che la tua indicazione rimarrà in zona podio. ciò che propongo è una citazione da un recente articolo comparso su Repubblica: 'La ex modella tunisina Afef Jnifen ospite alla Festival di Cannes attacca il film di Matteo Garrone tratto dal libro di Roberto Saviano, un viaggio nell’impero economico e nella violenza della camorra. Afef, riferendosi anche al “Divo”, il film di Paolo Sorrentino sulla figura di Giulio Andreotti, polemizza sull’opportunità di presentare alla Croisette opere che mostrino solo i lati più negativi del nostro paese. “I panni sporchi si lavano in casa - dice la moglie di Marco Tronchetti Provera - con film come questi si mostra all’estero un’immagine negativa. L’Italia non è solo criminalità e corruzione”.
Se la filocalia può essere parziale e Afef una professione, allora aggiungerei questo.
...su questo senso della parola triste allora forse l'occupazione più triste la ha chi seleziona personale e sa che non potrà offrirti più di 900 euro al mese. Allora sembra che raccontino, invece sentono proprio, che non c'è niente di meglio al mondo perché, ecco, "c'è la crisi e bisogna solo sperare di stare a galla".
@Olikos:pensa a chi ha dovuto scrivere un articolo siffatto!
@Sara: ho l'impressione che le persone di cui tu parli siano parenti dei titolisti di "Libero".
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