sabato 13 settembre 2008

ultimo giorno d'estate

Le previsioni del tempo così nette nel pronosticare il calo delle temperature e la pioggia, da giorni, hanno permesso, ieri, di apprezzare i segnali del congedo dell'estate e di stare attenti ai presagi della stagione in arrivo.
L'ultima aria afosa, quindi, ieri mattina in centro, l'ultimo sole ancora solidamente aggressivo; e poi, nel primo pomeriggio, da un non-luogo come l'Outlet di Palmanova, il saturarsi dell'umidità nell'aria e l'ingrigirsi dell'orizzonte, dalla parte del mare.
C'è stato tempo per riempirsi di quest'ultimo sole estivo, e pensare che, in fondo, il caldo non è poi così male, e se si fa fatica a pensare, e a studiare, è per altre ragioni.
C'è stato tempo per guardare ancora, coerenti col clima, i bermuda a scacchi di Andrea, il vestitino bianco con le bretelline di Benedetta (oggi sono ripiegati, ai bordi dei letti, anacronostici).
C'è stato tempo per un altro sguardo alle infradito, alle maglie con le spalline sottili, ai pantaloncini, a questa moda estiva che rende le donne solari e gli uomini incongrui.
La pioggia, poi, mi ha preso mentre caricavo in macchina la busta con le scarpe che ho comprato, e ne traevo gli ombrelli. Le scarpe, nere, sono di quelle pesanti e solide, da inverno appunto. E all'Outlet ho trovato anche il cappotto che cercavo, e l'ho comprato, sempre un po' incredulo del fatto di disporre di un po' di soldi da spendere, incredulo dell'essere adulto.

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