Adulti che aspettano in fila, con grande pazienza in realtà, per parlare con altri adulti. Per parlare di ragazzi.
E' il colloquio pomeridiano che, una volta per quadrimestre, noi insegnanti facciamo con i genitori dei nostri allievi, i loro figli. Nonostante tante rappresentazioni cinematografiche ne abbiano fatto, in un recente passato, una sorta di farsa (penso al film di Luchetti, ad esempio), io lo trovo un momento importante dell'anno scolastico, di quelli nei quali da persone di buona volontà, quindi limitate e fallibilissime, cerchiamo di comunicare fuori dalle retoriche televisive quello che ci preme sugli inafferrabili ragazzi con i quali viviamo.
E' fatica, è ricerca di parole tutte da scrivere e dire, è qualche volta toccare le proprie zone d'ombra, tutto quello che volete: ma è una situazione, non so spiegarmi meglio, "vera".
Oggi, poi, sono andato a colloquio accompagnato dall'ammirazione che nasce per la capacità che ha la scuola di produrre meravigliosi nonsensi, nella nostra società produttiva ed efficiente: un caffè bevuto con quella che chiamerò J.M., una ex allieva del Liceo, che, con una laurea specialistica in Ingegneria in tasca, ha scelto però di fare l'insegnante. Scelto, capito? Non patito.
E non è l'unica, di queste fortunate creature, alcune delle quali mi capita di annoverare tra ex allievi, ex allieve. Magari a qualcuno tutto apparirà patetico, o a qualcuno parrà bene di poter, in qualche modo, sfruttare questa voluptas docendi.
Magari. Io, invece, sento il profumo di una sensatissima utopia.
giovedì 20 novembre 2008
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1 commento:
Leggo oggi sul giornale che il figlio di Bossi, Renzo Bossi, è stato bocciato per la terza volta consecutiva (nonostante il ricorso al TAR del padre) all’Esame di Stato (la cultura non è acqua, neppure con l’aiuto del dio-PO!): allora esiste una giustizia divina… o una nemesi umana!
Voluptas docendi e non solo...
Con gran godimento
Luciano Bubbola
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