Insomma, in uno dei Licei classici più classici d'Italia viene scoperto un traffico di traduzioni scaricate da Internet: corollario, sospensioni, con tanto di pronunciamenti sull'iniquità di questa o quella misura, e una gradazione abbastanza prevedibile di commenti (eccodovèarrivatalascuola, infondotutticopiano, et similia). Senza nemmeno voler entrare nel discorso sul furbezzaio spicciolo (altri luoghi comuni: ifurbihannosemprelameglio, matantocosìfantutti), qui vorrei guardare la cosa semplicemente come manifestazione del rapporto tra tecnologie dell'informazione e scuola e noto che:
1) se le cose stanno come i quotidiani le riportano, il sistema truffaiolo è basato su principi antieconomici e su qualche scantonatura.
Dunque: i ragazzi aspettavano il testo del compito, uscivano di classe (e qui c'è già un po' da riflettere), davano i riferimenti ai fornitori e con questi, dopo un po', avevano un nuovo abboccamento per ricevere le traduzioni (e quindi qualcuno ancora doveva uscire dalla classe).
Ora: chiunque -quindi, anche un gran numero di docenti- abbia un I-phone, uno Smartphone, o anche semplicemente un cellulare che navighi non lumachescamente, sa che digitando le parole iniziali di un testo da tradurre, greco o latino che sia, si arriva rapidamente alla traduzione stessa.
E' pure noto che l'occultamento di apparecchi telefonici è capitolo fantasioso dell'eterna caccia al tesoro tra docenti e studenti copioni (qualcuno ricorda, l'anno scorso, il sito con i trucchi per copiare rivolto agli studenti maturandi? guardate qui il promo per l'Esame che deve arrivare a giorni, con tanto d'uso d'una non felicissima uscita di Lucacordero in proposito).
Bene: stando così le cose, il traffico patavino sembra basato su una diffusione ancora scarsa o di conoscenza tecnologica o di apparecchi telefonici, perché la vera realtà è che, appunto, chiunque può arrivare da un testo greco e latino alla sua traduzione, con un telefonino adeguatamente occultato. Che questo non avvenga tanto frequentemente è, casomai, la vera notizia, buona peraltro: che testimonia della buona fede di tanti studenti in tante aule di tante scuole d'Italia.
2) Però: con questa cosa qui i conti bisogna farli. Se non tocca i compiti in classe, se buona parte degli studenti all'Esame di Stato se la cava con le proprie conoscenze, la pratica dello scarico della traduzione inficia tutte le assegnazioni di versioni per casa e brani da tradurre che articola le settimane di lavoro di docenti latino e greco nei Licei d'Italia.
Bisogna, semplicemente, si fa per dire, come già in tanti Licei d'Italia tanti fanno, cambiare didattica, cambiare esercizi e tipi d'esercizi tenendo conto di quello (molto) che con le nuove tecnologie si può fare per imparare. Basta guardare qui, per dire.
mercoledì 2 giugno 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Oh yess
Al Tito Livio, poi...chiedo venia, ma questo lato della storia mi fa sorridere assai...
Posta un commento