Le aperture della campagna elettorale da parte dei due contendenti principali meritano qualche osservazione; non già sul piano dei contenuti programmatici, che è molto tenuemente indicato da entrambi, quanto su quello iconico, che ambedue hanno specificamente perseguito. E a ragione, dato che le immagini di questo finesettimana saranno l'incipit delle loro storie di questi prossimi due mesi, e come tutti gli incipit, rappresentano (prendo la bella immagine di Ezio Raimondi) la "radice quadrata" della trama che vorranno narrare.
E dunque: vado in ordine di tempo, quindi comincio col sabato di Berlusconi. Discorso in interni, discorso fatto in città; il classico sfondo azzurrino su cui va a campeggiare l'immagine dai toni scuri del candidato. La parole ricorrente è sogno, ed in effetti l'orizzonte di senso verso cui l'opzione iconica di Berlusconi ci proietta è questo: in fondo, lo schermo di un computer sul quale il candidato si pone come la freccetta del puntatore, prima di cliccare alcunché, e dunque nella beata condizione di poter attendere qualunque soddisfazione. La promessa di Berlusconi è dunque: sognate, io vi costruisco il sistema operativo, e faccio da mouse per il vostro, qualunque esso sia, sogno. Il sogno totale si alimenta del non-luogo, e la scelta di togliere la cravatta sottonea questa privazione di contesti. Ma l'abito scuro, soprattutto la camicia scura, indicano che il puntatore verso il destino è questo.
Alle spalle di Veltroni campeggiano le colline di Spello, ed il candidato si muove parlando di storia, addirittura cominciando da Guelfi e Ghibellini, presentando un messaggio che si offre come messaggio di pace per gli italiani. La parola fondante è identità, Veltroni intende parlare agli italiani e per questo tiene accanto a sé, ben visibile, la bandiera tricolore; e l'identità, per Veltroni, è fatta di luoghi e storie identificabili e delineati. Soprattutto di storie: Spello è luogo francescano, e San Francesco è il Patrono d'Italia, ed il messaggio di pace di Veltroni è quindi un messaggio italiano e al contempo un messaggio di pace. La parola che evoca tutto questo è levità, che è il succedaneo laico della letizia francescana.
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