lunedì 26 novembre 2007

prospettiva sistemica

L'ottimo Mauro A. Del Pup mi chiede di spiegare meglio cosa io intenda con "contesto sistemico più vasto e articolato" quando parlo del Partito Democratico. Hai ragione Mauro, e cerco di ovviare.

Dunque:
1) la storia degli ultimi decenni ci mostra che le "cose" significative in politica no a livello locale, muovono da un grumo di elaborazione, coinvolgimento, passione e azione che poi determina i fenomeni importanti. Che si tratti di fatti dirompenti, o di buone pratiche, fa poca differenza, la costante si ripete;
2) nei termini della vita dei paesi democratici, gli ultimi periodi ci hanno dimostrato che spesso a livello locale si attivano vicende di partecipazione volte a spazi d'intervento nei quali la mano pubblica non può, non riesce, o è troppo obsoletamente attrezzata per incidere;
3) la Rete, poi, ha consentito di mettere in relazione esperienze di questo tipo, di condividerle e di farle respirare in maniera più immediata e libera.

Ora: questa è politica. Questa è politica viva, aggiungo, quella che non si schiaccia nella pura gestione del potere.

E vengo alla conclusione. Per me, il Partito Democratico dovrebbe fare proprio questo: sapere fare in modo che buone pratiche e buone esperienze di partecipazione democratica che nascono nel vivere delle comunità trovino il modo di spargere i loro semi positivi su contesti più ampi.
E' il rovesciamento della prospettiva per la quale c'è la "linea" decisa dall'alto e la gerarchica applicazione a livello locale.
Sarà possibile? E' la scommessa.

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