Mi capita di essere triste.
Di solito questo non si confessa, tanto meno in politica. Forse è per questo che non ho, come usa dire, fatto una carriera politica. Serve tanta tenacia, e la tristezza è la spia di un'insoddisfazione, di ben altro sulla terra.
Comunque, stamane ho attraversato un momento di tristezza politica, in virtù di un memento che mi si è palesato in un gesto di generosità; l'ho scritto ad un amico, ma adesso voglio anche affidarlo a questo blog.
Erano le 7.40, mentre portavo la mia piccola all'asilo, davanti al piazzale delle scuole ho visto una volontaria del progetto Pedibus. Sotto la pioggia, con l'ombrellino aperto, aspettava paziente l'arrivo dei primi bambini.
Era una ragazzina, come direbbero i miei bimbi, "color cioccolata", e mi è venuto davvero immediato chiedermi chi glielo faceva fare, di star lì. Mi è venuto di pensare che questo suo attendere quieto sotto una pioggia laida di fine novembre era, ed è, un gesto politico, infinitamente più politico di tante chiacchiere che ho fatto anch'io di questi tempi (e l'averle fatte in buona fede è un'aggravante).
Mi è venuto un sacco di tristezza, insomma, ma anche la certezza di essermi imbattuto in qualcosa che ha senso. Spero di capire quale sia.
Mi è venuto un sacco di tristezza, insomma, ma anche la certezza di essermi imbattuto in qualcosa che ha senso. Spero di capire quale sia.
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