mercoledì 30 aprile 2008

Vicenza variata e ulivi in fronda

Lunedì pomeriggio stavo pensando a un post da scrivere in merito alle dichiarazioni di Gianfranco Moretton al Messaggero veneto di domenica su PD, civiche e Sergio Bolzonello.
Volevo in fondo scrivere le cose che ho già scritto qui un bel po' di tempo fa, e che insomma le "civiche" non sono una ruota di scorta o un alias del PD da spendere laddove tatticamente serva, e che il PD verticistico e proporzionalistico (guardatevi il Twitt con la frase di Bersani qui a destra: "Finiremo per scegliere a Roma anche gli incarichi della sezione di Brisighella") di oggi è il (non del tutto coerente) risultato dell'Ulivo maggioritario di ieri (per il quale sì, eccome, avevano senso le civiche; Ulivo che era -ve la ricordate la stagione maggioritaria e dei sindaci?; la stagione di colui che non si può nominare, Romano Prodi...- soprattutto negoziazione aperta in un'area, non trattativa ristretta in un recinto, conta di tessere...).

E poi, mentre rimuginavo, Udine e Vicenza.
Ma soprattutto Vicenza. Con le primarie (le hanno fatte lì, i miei parenti sono andati a votare: altro che salotti e cenette...) e con le civiche (e certo, ci mancherebbe altro, col Pd, ma con nessuna sicumera) e con il rapporto con il "territorio", che quando si vuole lo si legge, eccome...

Insomma, la risposta era lì.
Ed anche qui, del resto, e la fonte so che i miei venticinque lettori la riconosceranno:
"Degnatevi di volgere gli occhi all'uliva, a questo essere così laborioso e paziente! In lei finalmente troverete ciò che fa al caso vostro: le qualità più solide radunate nel suo costume, come un privilegio del cielo e della terra. La sua fronda perenne è una continuia promessa, una vivente speranza per il cuore degli uomini; è dessa l'insegna della pace, a dimandarla e riceverla. Chi di noi tutti vi par più atto al governo, se la mano stessa di Minerva l'ha provvidamente piantata sulla terra?"
Miao.

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