martedì 1 aprile 2008

giovani carini e problematici e forse (o forse no) competitivi

Al termine di un consiglio comunale veloce e distratto (tra microfoni che non funzionavano, candidati alle elezioni regionali presi da impegni e telefonate), andando in pizzeria, la mia capogruppo (la magica Giordana) mi ha consigliato di andare a vedere il nuovo film di Virzì, anche se ti viene il magone, ha aggiunto. E perché mai, le ho chiesto io. Perché, ha proseguito, ti fa rabbia vedere questi giovani spiritosi, educati e preparati costretti ad arrancare.
Oggi pomeriggio è iniziata, ospitata nella mia scuola, una cosa nuova: le scuole superiori della Provincia, con l'aiuto del Comune e della Provincia, si son messe d'accordo per aiutare i ragazzi più motivati degli ultimi anni a preparare gli esami di accesso per le scuole d'eccellenza universitarie (la Normale di Pisa, la Scuola Superiore di Udine, la Galileiana di Padova, cose così). Mi son trovato, insomma, a lavorare con un gruppo di splendidi diciottenni prevalentemente orientati verso facoltà così fuori da ogni spirito dei tempi come sono quelle umanistiche (qualcuno, addirittura, vuole fare Lettere!).
Interessano, almeno a parole, tanto, ai politici, questi giovani. Ieri sera pensavo a questo, dopo la solita buona pizza del lunedì dei consigli comunali, riandando alle parole di Giordana.
Un mio amico mi ha segnalato un'intervista di quelle che vanno in onda in questi giorni nelle tv locali, uno spottone elettorale insomma, durante la quale un noto uomo politico locale affrontava le, come lui e l'intervistatore le chiamavano, "problematiche dei giovani". Eh sì, cari, le problematiche, ché bisogna (o giovani) siate devianti, drogati e sballati, quantomeno, e mai che sia mai come la meglio gioventù con cui lavoro ogni dì: problematiche che si riducono, in definitiva, al fatto che i giovani ci sono e sono la stagione presente e viva, con i suoi suoni.
D'altra parte, leggendo dichiarazioni di questi giorni anche di quanti (politici) provano a formulare progetti per il sistema formativo e scolastico, si viene, per dirla alla Camilleri, "assugliati da tanticchia di sconforto": la cultura e la conoscenza hanno uno scopo, ci dicono, ed è quello di essere al passo dei tempi per le sfide del PIL e della competitività.
Mah. Ora: a diciannove anni, se mi avessero detto di studiare per le sfide della competitività...

1 commento:

Donna Cannone ha detto...

Buona sera. Se Le interessa l'argomento, può trovare qualche spunto sulla nostra visione qui:
http://blog2piazze.blogspot.com/
post "Tutta la vita davanti"

Cordiali saluti,