sabato 21 giugno 2008

Montale e la parafrasi

La clamorosa svista nella traccia di analisi testuale su Eugenio Montale ha prodotto una catena di conseguenze ben oltre la rimozione della dirigente ministeriale alla quale facevano capo le scelte in merito alle prove. E' -come scrivevo ieri- montato un clima di sospetto, da "caccia all'errore", che ha prodotto la classica notte hegeliana nella quale tutte le mucche sono nere: sospetto che, insomma, ha fatto cercare errori che in qualche prova c'erano, in qualche prova no, in qualche altra magari c'erano, ma erano diversi da quelli scoperti (si veda la vicenda della prova di greco...).
Vorrei comunque tornare sull'errore "montaliano" (che errore è, come ricorda Giovanni Pacchiano qui). Chi segue gli Esami, avrà notato che, rispetto ad una modalità di composizione abbastanza tipica negli anni passati, questa volta è mancata la richiesta di formulare la parafrasi del testo. La parafrasi: quell'esercizio umile e lessicalmente artigianale, che però ci ricorda che in principio viene il Verbo, e che ci porta a dare il dovuto rispetto alla parola che abbiamo di fronte. Difficilmente un'attitudine alla parafrasi avrebbe consentito l'infortunio.
A me pare che la cosa non sia da poco. La parafrasi vuol dire rispetto, attenzione, educazione: insomma, un rapporto con l'altro aperto alle scoperte che l'altro può recare: invece, purtroppo, l'infortunio dell'esame sembra confermare che ormai basti solo parlare -di che, di chi, è meno rilevante; e che la cosa riguardi l'autore delle Occasioni pare addirittura paradossale.

2 commenti:

marta ha detto...

io che mi fido dell'autorità più che di me stessa avrei pensato:
1) La mia interpretazione è evidentemente sbagliata
2) se è dedicata ad una donna, ne consegue che...
3) è un esame, quindi non si chiede.

La traccia vorrebbe aiutare, fornendo una cornice, ma incanala, per forza di cose, l'interpretazione.
Fornire la tipica scaletta "da biennio" non sarebbe più astuto? è così difficile valutare un commento "libero"? Puoi sbagliare l'interpretazione, pur usando un metodo corretto, ma non è gravissimo. In matematica conta solo il risultato finale? Non capisco.

Piervincenzo ha detto...

Sul lavoro d'interpretazione del testo, credo anch'io che l'errata indicazione del destinatario abbia avuto poco a che fare. Resta la frettolosità del rapporto col testo, un difetto di focalizzazione; importante nel metodo, perchè con i testi, come con le persone, è la giusta distanza a creare le relazioni...