lunedì 23 giugno 2008

narratologia, rigori e generazioni

L'avventura europea della nazionale di calcio si chiude con spunti narratologici interessanti.
C'è la lettura di primo livello: l'atto conclusivo è siglato da colui che verrà senz'altro identificato come il Capro Espiatorio della spedizione, lo smarrito Di Natale, che chiude per noi la competizione e, con un'altra Incompiutezza, la storia in Nazionale dell'Eterno Incompiuto (Alessandro Del Piero, l'ultimo rigorista designato).
Ma, come spesso avviene, il Capro Espiatorio non è il Vero Colpevole: ed è qui che passiamo alla lettura di secondo livello. La quale ci dice che a siglare i due gesti scellerati che hanno aperto e chiuso l'Europeo è il Centravanti Che Gioca Per La Squadra, in due (sintomatici e antitetici) gesti d'egoismo: Luca Toni, che prima della Sagra del Tulipano ha voluto indirizzare verso la porta quello che di fatto era un facile assist per Di Natale, e che ieri, ad un soffio dalla fine, ha corretto la traiettoria di un cross (indovinate di chi? di Di Natale...) destinato al nostro Uomo del Destino (questa volta, anche lui, Incompiuto), Fabio Grosso.
C'è, poi, la riflessione generazionale. Il selezionatore sconfitto, Roberto Donadoni, è (stato) uno dei rari esempi in Italia di Quarantenne Al Posto Di Comando. Da quasi coetaneo, mi ci sono ritrovato, soprattutto nella palese sensazione di dover cercare una propria credibilità, e di non potersi affidare solo alla propria competenza, alla propria serietà, che pure sarebbero altrove segni di grande spessore. Davvero l'icona di una generazione fuori posto.
Ed ora, il Grande Ritorno quasi messianico del Sessantenne Di Successo. E qui non serve andar oltre, vero?, quando si dice che il calcio è lo specchio di una società (Per noi, e solo per noi, il passato è futuro e il futuro, passato: Roberto Beccantini, "La Stampa").

1 commento:

olikos ha detto...

ho linkato il tuo post al mio! ottime ossevazioni sullo specchio del tempo. ciao, chicco