martedì 10 novembre 2009

aggiornamento: l'incontro delle Istituzioni sul Consorzio Universitario di Pordenone

Sindaco, Presidente della Provincia, Presidente del Consorzio e Presidente del Polo tecncologico si sono incontrati: questo ne scrive Il Gazzettino, mettendo in rilievo l'intenzione delle Istituzioni di mantenere la presenza universitaria a Pordenone, valorizzando le eccellenze (uso l'espressione riportata a stampa); un po' più problematico il resoconto di Stefano Polzot de Il messaggero veneto, che riporto quasi per intero, non essendone disponibile una versione online:

"Seduti attorno allo stesso tavolo il presidente del Consorzio universitario e della Camera di commercio, Giovanni Pavan, il responsabile del Polo tecnologico di Pordenone, Michelangelo Agrusti, il presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, e il sindaco del capoluogo, Sergio Bolzonello.
Pavan ha prospettato la situazione attuale che vede la riorganizzazione dei corsi di ingegneria, frutto dell’accordo tra gli atenei di Udine e Trieste, e gli effetti del trasferimento del Corso in Servizi sociali nel capoluogo giuliano, che vale per il primo anno accademico. Una scelta, peraltro, non particolarmente fortunata se è vero che le immatricolazioni a Trieste sono state inferiori rispetto alle attese.
Altri scossoni, almeno per l’anno accademico attuale e per quello 2010/2011 non ce ne dovrebbero essere, pur in presenza di timori per l’applicazione del decreto Gelmini che spinge ad accorpare i corsi nelle sedi e a superare i doppioni.
Dall’incontro è emersa la volontà di andare a un confronto con i rettori di Udine e Trieste al fine di avere maggiore chiarezza sugli obiettivi futuri e con l’assessore regionale alla Formazione, Alessia Rosolen, relativamente ai contributi che la Regione intende continuare a mettere in campo.
Sta di fatto, però, che è stata archiviata, almeno per il momento, la possibilità che a Pordenone possa essere insediato il corso di laurea specialistica in Economia. La disponibilità da parte del rettore dell’ateneo friulano, Cristiana Compagno, c’era. Il problema è che mancano le risorse. Il nuovo corso, che completerebbe il ciclo di economia, richiederebbe un investimento di 300/400 mila euro e i soci non sono nelle condizioni di poter stanziare ulteriori risorse rispetto alle quote annuali che vengono investite nel polo di via Prasecco. A maggior ragione in un momento, qual è quello attuale, caratterizzato da tagli alle risorse finanziarie che provengono dagli enti sovraordinati che impongono di fare sacrifici e anche consistenti.
L’università a Pordenone, peraltro, ha il vantaggio di autofinanziarsi quasi totalmente e questo è un elemento che pesa nelle scelte che dovranno fare gli atenei di razionalizzazione della loro presenza sul territorio.
Affrontati anche i legami ulteriori che possono essere messi in campo, mentre proseguirà il pressing nei confronti dei Comuni affinché aderiscano al Consorzio. Anche in questo caso, però, il momento non è dei migliori, visto che i municipi, per far quadrare i bilanci, dovranno tagliare le spese."


La sostanza è che corsi nuovi non ce ne saranno; si spera di riuscire, riforma universitaria permettendo, nell'impresa di difendere l'esistente; che si cercano nuovi soci tra i Comuni (cosa assai ardua, in tempi di ristrettezza di bilancio).

Sulla cosa mi son permesso di scrivere alcune mie impressioni in questo blog, le ripeto qui solo in sintesi: forse, sarebbe il caso non tanto (comunque non solo) di vedere cosa salvare, ma di ripensare l'intero sistema della formazione superiore pordenonese, a partire da una serie di domande chiave (che bisogno formativo c'è; quali risorse sul territorio lo possono intercettare; quali prospettive di ricerca si possono percorrere; quali elementi di innovazione si possono sperimentare...).
In ogni caso, negli ultimi tempi, sull'argomento sono intervenuti Augusto Antonucci ed anche, proponendo approcci diversi alla questione, Giuseppe Pedicini ed Enzo Marigliano, nell'ultimo numero della rivista La città.
Seguiremo dunque, a Dio piacendo, l'evoluzione delle cose.

Aggiornamento dell'11/10/2009: oggi "Il Gazzettino" dedica due pagine alla questione, con ampio spazio alle dichiarazioni di Alessia Rosolen, assessore regionale competente (dichiarazioni che suggeriscono molti dubbi sulla qualità e la continuità della presenza dei due atenei regionali nel Consorzio), e quelle di Alessandro Zanetti, il nuovo uomo forte della Fiera di Pordenone, che dichiara la necessità che il Campus pordenonese punti soprattutto ai manager del futuro.
Commento: il crinale si restringe, e a chi vi scrive appare sempre più evidente quanto già scritto, cioè che le Istituzioni politiche, culturali ed imprenditoriali del territorio devono trovare la forza di progettare una totale revisione del sistema di formazione superiore. Che capacità di ricerca c'é; che esigenze formative ci sono; che cosa vuol dire la nostra cominità nei prossimi 10-15 anni; che modi si possono trovare (anche con le nuove tecnologie) per favorire il diritto allo studio...l'agenda è chiara.

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